sabato 9 maggio 2015

Orticola in blu

Sembra che i cappelli delle signore alla tradizionale inaugurazione di Orticola, giovedì sera, fossero per la maggior parte ispirati al colore blu: venerdì mattina ne ho avvistato ancora "uno" aggirarsi tra gli stand, ed effettivamente confermava questa tendenza (un po' sul viola, ma vabbè).

Come sempre, tantissimi e di qualità gli espositori presenti, con una varietà di piante che va dalle più diffuse alle più inusuali, per ogni gusto e per ogni tasca. La manifestazione milanese, rodata da anni, ha confermato la sua attenzione per la bellezza delle ambientazioni e la ricercatezza delle proposte. C'è chi vede in questa consuetudine però anche un limite di Orticola, poco propensa a innovarsi e troppo impegnata a celebrare se stessa e le sue abitudini: la fascia di pubblico benestante non è più giovanissima, così come quella dei suoi organizzatori, ma quello che veramente è il problema primario è che Orticola sembra crogiolarsi troppo nei ricordi di un passato italiano economicamente felice che non c'è più, in un mondo che ora è molto più "grande" di trent'anni fa, e che, nel settore del vivaismo, si è aperto a scenari ben più vasti e globali.





Eppure Orticola, oltre a Masino e poche altre manifestazioni italiane ben affermate, rimane una grossa, grassa occasione per incontrare specialissimi professionisti del verde e coltissimi amanti del giardinaggio e dell'universo vegetale. Se la scelta ormai trita degli espositori può non piacere, a me personalemente poco rileva; mi lasciano più perplessa i giardini proposti a margine dell'evento, che sembrano sempre capitati tra i viali per sbaglio. Preferirei piccoli spazi con finalità semplicemente decorativa, e non illustrativa; crearli concedendo loro tutta l'originalità che si vuole, per carità, ma senza intento didascalico, perchè in questi ristrettissimi spazi svagati suona un po' fuori luogo.



Tanti vasetti sono ovviamente tornati a casa con me, e una pianta-cameo di questo post vuole confermare la "tendenza blu" di Orticola con le sue sfumature sorprendentemente azzurre.

Eriophorum viridi-carinatum
Grande ammirazione tra i più fini esperti ha generato la vista di questa piantina, una piccola erbacea proveniente dalle torbiere acide della tundra antartica. La sua caratteristica decorativa saliente sono i semi, prodotti in pennacchi piumosi per essere dispersi dal vento. Presente anche con pennacchi scuri. In vendita presso lo stand di Vispi & Co. e di Central Park di Mario Mariani.
Carex grayi
Simpatica graminacea dal fogliame sottile, verde brillante, produce curiose sfere stellate. Terreno fresco e umido in posizione mezz'ombra. Da Vispi & Co.
Corydalis 'Blue Dragon'
Dal vivaio Central Park di Mario Mariani, una piccola perenne azzurra dal fiore a sperone, parente della più nota Colombina, questa però dai fiori di un delicato colore rosa.
Alta al massimo una trentina di centimetri, ama terreni umiferi, freschi e ben drenati. Da mezz'ombra. Mariani ci fa notare che ha foglie con venature violacee: molto belle quando rispuntano, a fine inverno. La sua "cugina" Corydalis flexuosa, sempre in vendita da Mariani, è un po' più alta, colore celeste, foglie interamente verdi chiare.

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